Wild Routes

Giovani cinghiali e mamme pazienti

Giovani cinghiali e mamme pazienti
Diari di una fototrappola

Nel folto dei nostri boschi, ogni giorno a nostra insaputa si intrecciano i percorsi di diversi animali. Grazie alle nuove tecnologie (da usare con cautela!) è possibile studiarne i loro movimenti e abitudine, e anche osservare alcuni momenti intimi e toccanti! Nella nostra rubrica “Diari di una fototrappola” vi presenteremo alcuni istanti “rubati” per poter conoscere meglio gli abitanti del territorio.

Tra questi spesso fa parlare di sè il cinghiale (Sus scrofa).  Questo suide è piuttosto malvisto, per non dire odiato, dalle persone, cosa rara quando si parla di mammiferi! Diciamocelo, la fama è più che meritata: il cinghiale è onnivoro, opportunista e sostanzialmente in grado di ingurgitare qualsiasi cosa (di organico si intende). Gli agricoltori sanno bene cosa vuol dire avere un branco di cinghiali che decide di banchettare su un proprio terreno: ad un occhio inesperto, i segni lasciati fanno quasi pensare al passaggio di un carroarmato. Il conflitto tra questo mammifero e il mondo agro-silvo-pastorale è più che mai acceso in questo periodo storico, con la specie in espansione su gran parte del territorio italiano e sempre più presente anche nelle aree urbane. Anche se, invece di odiarlo, dovremmo forse interrogarci sulle cause di queste dinamiche!

Questo però non vuole essere un saggio sulla gestione del cinghiale, non è neanche il contesto adatto, ma più un commento pregno di ammirazione per una specie incredibilmente plastica:  si adatta infatti a vivere sostanzialmente in ogni ambiente, dal livello del mare fino ad oltre mille metri di quota ed è molto molto prolifico. Prima di parlare degli striati, come vengono chiamati i cuccioli dagli addetti ai lavori, vediamo come funziona la vita sociale del cinghiale. 

Sono animali sociali e vivono in gruppi anche di grandi dimensioni. Il branco è composto dalle femmine adulte, dai cuccioli dell’anno e dai giovani dell’anno precedente. I maschi adulti invece sono solitari e si riuniscono al gruppo solamente durante il periodo degli amori, durante il quale si può assistere a violenti scontri da cui gli animali possono uscire anche gravemente feriti. 

Dicevamo che i cinghiali sono molto prolifici, pensate che le femmine possono andare in estro (volgarmente “in calore”) fino a tre volte l’anno se le condizioni ambientali lo permettono, ovvero se hanno cibo, spazio e clima ottimali.  Come se non bastasse, le scrofe di cinghiale possono partorire da 3 a ben 12 cuccioli,a differenza degli altri ungulati che raramente fanno più di una paio di piccoli a riproduzione! Al momento del parto le femmine si allontanano dal branco e cercano un luogo tranquillo e sicuro in cui dare luce alla prole, spesso costruendo una tana. 

Nel video sottostante si vedono due scrofe seguite dalla loro cucciolata: almeno 8 striati che reclamano i capezzoli materni. Per le prime due settimane il latte è la loro unica fonte di cibo, ma già alla terza settimana i piccoli iniziano ad assaggiare cibo solido imparando a grufolare, completeranno lo svezzamento solo al quarto mese d’età. 

I cuccioli vengono chiamati striati per un motivo evidente: la pelliccia di fianchi e schiena è percorsa da 4-5 strisce orizzontali di colore chiaro, che favorisce il mimetismo. Questa adattamento, che ricorda la pomellatura dei giovani cervidi, serve a proteggere gli animali dai predatori in quei momenti in cui la madre è costretta ad allontanarsi, per esempio quando deve alimentarsi. I cinghialetti resteranno con la madre per circa un anno, poi i maschi verranno scacciati dagli adulti durante il periodo riproduttivo, mentre le femmine resteranno nel branco diventando mature a circa un anno e mezzo di età.  

NOTA Il fototrappolaggio è una disciplina che sta prendendo tantissimo piede tra gli appassionati, ma rimane sempre un’attività con un impatto ambientale importante sulle dinamiche naturali. Per una corretto uso di questi strumenti raccomandiamo la lettura del Vademecum di “buon uso” delle fototrappole dei nostri amici di EsploraCarso, prima di iniziare qualsiasi tentativo di “cattura”.

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